+ VIRUS = + ARMI IN U.S.A.?

Di Biagio De Santis (istruttore di tiro e armaiolo)

Aggiornamento dagli U.S.A. del 23.03.2020 ore 11.30 pm. GMT 5: secondo l’F.B.I. nel mese di febbraio 2020 sono state vendute circa 3 milioni di armi da fuoco (+34%). Sono praticamente introvabili nei negozi le munizioni nei calibri; 9×19, .223, 7,62×39, .308W, .45 A.C.P.. Nb. Il .40 S&W dopo l’impennata di vendite dei primi giorni pare sia ancora discretamente reperibile. Le case produttrici stanno facendo gli straordinari per le consegne. Comunque nonostante i record di vendite le armi si trovano ancora, anche se non c’è più tutta questa scelta. Sempre secondo l’F.B.I. all’inizio del diffondersi delle notizie sul virus che si stava diffondendo da Vuhan in Cina l’incremento di vendita delle armi era giunto al 25%. L’ATF (1) in questo periodo impiega anche oltre 2 ore prima di fornire i nulla osta alle vendite.

Notizie allarmanti sulle recenti grandi vendite di armi e munizioni negli Stati Uniti d’America vengono diffuse dalle nostre fonti di informazione. Ma di fatto non c’è nessun allarme in quanto sono vendite consentite e regolamentate dalle leggi locali e federali.

Ma gli USA sono qualcosa di ben diverso dall’Italia.

Negli USA le vendite vengono aumentano perché la gente ha paura, ma di cosa esattamente?

 Le principali cause scatenanti sono:

  1. Timore di restrizioni legislative che possano vietarne o ridurne per lunghi periodi l’acquisto, vedi ad esempio quello che accadde quando fu eletto Obama o quando si temeva che Hilary Clinton potesse essere eletta presidentessa. Ma accade localmente quando temono l’elezione di qualche politico anti armi, come sindaci e certi governatori. Nb. questo accade sin dalla nascita degli USA, non è un episodio recente, avviene da oltre 200 anni!
  2. Timore di invasione straniera. Non per nulla il piano di invasione giapponese fu stroncato sul nascere proprio perché se conquistare gli USA sarebbe stato comunque difficile, tenerlo, a causa dei milioni di cittadini armati sarebbe stato impossibile.
  3. Timore di furti, rapine, aggressioni da parte di bande criminali, mafiosi in genere, serial killer, maniaci sessuali, ecc. Mettiamoci pure il timore di alcuni di loro di invasioni aliene, russe, degli zombie, ecc. Nb. Socialmente gli americani non hanno una loro mitologia e se la creano con i personaggi dei loro film, fumetti e cartoni animati.

Mentre ad esempio l’armarsi per insorgere verso lo stato non è in realtà una possibilità così elevata. Perché in caso di presa di potere di una dittatura, le guardie nazionale dei vari stati interverrebbero, così come le milizie territoriali formate dai cittadini quindi legalmente autorizzate e armate grazie al diritto di esistere sancito dalla loro costituzione.  Comunque anche armare una milizia costituzionale porta ad aumento di vendite di armamenti.

Insomma è da prima del 1776 che il popolo americano si arma per difendersi da nemici interni ed esterni, dittatori, ecc. Solo che fa notizia parlare di questo come se fosse una novità.

Armi, sesso, droga, scandali vari (GOSSIP) fanno sempre audience di visualizzazione, lettura e ascolto, portando attenzione su telegiornali, radio giornali, il web e i social media. Questo lo sanno bene i professionisti della notizia e della comunicazione che in periodo di poche vendite e/o ascolti tirano fuori notizie sensazionali. Magari anche per incentivarle se vi sono già.  Il popolo è stupido e quindi non resiste al sensazionalismo di un titolo DI QUESTE CATEGORIE.

L’impero britannico che opprimeva fiscalmente gli americani del 1700 di fatto limitava le armi per i loro cittadini, quando questi insorsero le vietò completamente. Per timore di tradimento da parte dei politici che gli succederanno i padri fondatori della patria nord americana scrissero il secondo emendamento e poi anche altri emendamenti costituzionali proprio a sua difesa. Ma solo di recente la loro costituzione è stata democraticamente aggiornata al fine di estendere con chiarezza il loro diritto di detenere armi e portarle anche per la difesa personale. Visti i dubbi espressi da molti che dovesse servire solo per la difesa armata da invasori o da dittatori. Quindi se fino alla metà del 18° secolo la paura proveniva dall’impero britannico, nel 19° da invasioni anglo ispaniche, nel 20° dalla Germania, Giappone, Italia, poi dalla Russia, in seguito dal medio oriente e terroristi… Oggi ancora dai giganti del comunismo mondiale e terroristi…

Comunque gli americani non fanno solo scorte di armi e munizioni, ma di tutto. Ma a parte della carenza di carta igienica negli USA i nostri telegiornali non ne parlano. Questi comprano cibi di ogni genere a lunga conservazione, strumenti di conservazione e cottura, abbigliamento tecnico, scorte di carburanti ed energie, autoveicoli, moto, mezzi vari, addirittura barche e aerei, rifugi anti atomici, rifugi in genere, strumenti e prodotti atti alla produzione e riparazione. Se dagli anni 70 si propagò il “SURVIVAL” (sopravvivenza) cioè una specialità multidisciplinare per sopravvivere alla distruzione nucleare, quindi con una particolare predilezione per le armi, armi utili anche per combattere l’invasore sia individualmente che come partigiani. Scomparsa questa eventualità con la caduta del muro di Berlino, iniziò a diffondersi dopo qualche anno quella dei “PREPPERS” cioè dei preparatori, ossia chi si prepara ad ogni evenienza in casi con diversi scenari meno apocalittici, meno distruttivi ma comunque pericolosi per il cittadino che non può più contare sulla protezione teorica delle istituzioni. E anche qui si parla di armi e difesa armate ma soprattutto su come sopravvivere in periodi di crisi sia brevi che lunghi. Questo non solo in caso di guerre e anarchie varie, un vero prepper si prepara ad esempio coltivando un suo orto, dispone di una piccola officina per riparazioni e costruzioni, costruisce un camino o un forno per cucinare, cerca di essere indipendente dalla elettricità, carburanti, ma anche attrezzature per coltivare, allevare, ecc. In pratica è un lobbysta contadino allevatore specializzato in piccole riparazioni e costruzioni in meccanica, elettricità, idraulica, edilizia, falegnameria, infermieristica di primo soccorso, ecc. Impara a cucinare per sopravvivere più in caso di carestia, disastri e catastrofi naturali, di anarchia, di invasione, che ad una apocalissi post guerra nucleare batteriologica e chimica (NBC) come invece facevano i survivalisti. Si preparano più a rimanere nelle loro case che ad una vita girovaga da profugo di guerra… Un vero prepper in teoria si prepara anche contro virus e pandemie in genere, quindi con ampie scorte di maschere antivirus, guanti, tute, medicinali, ecc. Nb. In realtà sono pochi che si preparano a 360 gradi per tutte le evenienze. Le armi a costoro servono solo per difendersi ed eventualmente cacciare, possono anche essere poche ma con molte munizioni. Considerate però che le armi non durano in eterno, si possono rompere, usurare e venir sottratte, quindi ne occorrono in abbondanza, almeno 3 per ogni membro del nucleo familiare. Così come occorrono molte munizioni visto che nella realtà dei fatti a caccia solo pochi colpi vanno a segno mentre in caso di combattimento stando alle statistiche militari spesso si sparano centinaia di colpi per ogni nemico abbattuto. Queste cose un prepper le sa e si prepara come può, ma ad esempio in Italia son pochi i prepper armati anche con armi da fuoco, cosa di certo limitante, ma la realtà è questa.

Negli USA quando ci fu l’uragano Katrina gli alligatori uccisero molte persone e ne terrorizzarono milioni, se fossero stati meglio armati con buoni fucili da caccia magari ci sarebbero stati meno vittime. Una pistola difficilmente consente di sopravvivere all’attacco di un alligatore affamato.

Per quanto i mass media italiani abbiano cercato di offenderli e usarli per attirare audience pubblicando articoli denigratori contro i “Preppers”, questi, salvo rare eccezioni non erano e non sono realmente preparati a sopravvivere in condizioni di pandemia come quella che stiamo vivendo in questi primi mesi di vita col Covid-19. I Italia i preppers sia per formazione, che per organizzazione e scorte di quanto possa servire a sopravvivere per proteggere e sfamare se e i propri familiari si sono dimostrati poco o nulla all’altezza della situazione. Insomma pochi preppers sono armati, pochissimi dispongono di mascherine, figuriamoci di loro scorte… Non parliamo poi di cibo.

Andiamo ad esaminare le differenze principali tra i preppers americani e quelli italiani.

Intanto la mentalità per la sopravvivenza. Noi abbiamo avuto lavaggi del cervello nell’ultimo dopoguerra al fine di indebolirci come popolo e renderci malleabili, mentre gli statunitensi hanno avuto sia questo che il contrario, cioè allevati per diventare orgogliosi difensori della patria, quindi da impiegare nelle forze armate, ecc. Inoltre loro hanno tradizioni familiari sia nelle forze armate che di polizia, chi poi ad esempio è nato in aree rurali, boschive, ecc. Anche quando si definisce un ambientalista, di fatto sa cacciare, pescare, lottare, ecc. Gli stessi criminali quando non sono ex militari, reduci delle loro molte guerre, o immigrati naturalizzati che provenivano da paesi in guerra o erano pericolosi banditi o guerriglieri, comunque hanno avuto una selezione naturale tale che li pone ad un livello di pericolosità che si trasferissero in Italia sarebbero dei “super criminali”. Super criminali in grado di organizzarsi militarmente ma anche armarsi in tal modo contro le forze di polizia, di fatto i poliziotti “normali” per operazioni di polizia un po’ più pericolose della media fanno intervenire i loro reparti speciali. Addestrati e armati come e meglio di un reparto militare, spesso utilizzano anche veicoli blindati, questi forniti principalmente dall’ex presidente Obama (premio Nobel per la pace). Quindi se per affrontare queste bande e gang di criminali la stessa polizia manda i loro reparti speciali armati e corrazzati meglio di “Robo-Cop”, un cittadino che vuol difendersi in casa propria dovrà armarsi il meglio possibile e non potendo disporre di armamento da guerra dovrà esagerare con quello che trova nel mercato civile. Inoltre non sapendo quando possa durare la crisi dovrà procurarsi una ampia scorta di munizioni sufficiente per anni.

Tenete conto che negli USA la maggioranza dei preppers meglio preparati sono ex militari e in genere sono riservisti delle forze armate statali o della loro guardia nazionale, ma anche poliziotti o ex poliziotti. Va da sé che un poliziotto in servizio contrario alle loro idee sulla difesa personale, abitativa, della loro comunità non potrà dire che ne sa più di loro.

Se un conflitto a fuoco contro un gruppo di talebani richiede centinaia se non migliaia di colpi per ora da entrambe le parti, non meno se ne spareranno se una banda o gang armata assalga una abitazione per derubarla di quanto possiede o addirittura occuparla.

Ne sanno qualcosa i cittadini sudafricani e israeliani. In pratica un fucile tenuto vicino ad ogni porta e finestra, almeno una pistola di scorta per ogni stanza, munizioni/caricatori ovunque, fucili di maggior precisone per i piani alti, panic room, inferiate e barricate blindate antiproiettile, ecc. Ovviamente armi bianche e improprie ovunque…

In Italia tra mancanza di denaro, limitazioni alla detenzione di munizioni, limitazioni alla custodia delle armi onde impedirne la sottrazione o indebito uso, mancanza di addestramento e allenamento non solo del capo famiglia ma di tutta la famiglia… Famiglia che così rischia di diventare più un problema che un aiuto… La diffusione del reale concetto di essere “prepper” viene quasi meno.

Ma ammesso di saper combattere bene in maniera difensiva, quanto tempo si potrebbe resistere?

In Italia la mentalità della dispensa è sempre meno diffusa, se i nostri nonni disponevano di riserve alimentari domestiche sufficienti anche per mesi, di orti, coltivazioni, allevamenti adatti a sopravvivere per sempre, oggi le cose sono ben diverse. Ma non è tanto per una questione di modernità sociale, visto che anche a Manatthan qualunque famiglia ebrea benestante ha scorte alimentari per almeno un anno, così come in genere gli statunitensi della classe media hanno la cultura della “dispensa” cioè di fare buone scorte alimentari approfittando delle offerte commerciali e quindi anche di risparmiare. Diciamo che con una scorta media possono sopravvivere almeno per 3/6 mesi. La famiglia precaria media italiana se va bene sopravvivrebbe meno di una settimana…

Ma hanno anche kit di primo soccorso, oltre al fatto che col costo basso dei medicinali gli statunitensi possono anche avere una piccola farmacia in casa… Anche se in genere sono in maggioranza psicofarmaci… ma avendo spesso prestato servizio militare nelle forze armate o nella guardia nazionale hanno anche competenze di primo soccorso.

In pratica in questi giorni di Covid-19 negli USA non stanno solo facendo incetta di armi, cibo, carta igienica, come detto in maniera sfottente i nostri giornalisti, ma stanno comprando di tutto, da prodotti medicali e farmaceutici, depuratori per le acque, gruppi elettrogeni, carburanti, batterie, strumentazioni elettroniche varie, mezzi di comunicazione, metalli preziosi da usare eventualmente per acquisti in caso di caduta del valore del dollaro e/o per sospensione delle carte di credito e conti correnti o delle banche. Ma comprano anche recinzioni, sistemi di difesa passivi, autoveicoli, barche, abitazioni isolate e difendibili, ecc ecc.

Insomma questi americani che siano “preppers” o meno si tutelano, sì, a volte esagerano, ma a volte capita che il democratico radical scic da dell’esagerato al repubblicano “prepper” perché ha il seminterrato pieno di scorte alimentari e casa piena di armi e munizioni, quando lui in casa ha “solo” un fucile, una pistola, 1000 cartucce… e scorte viveri per “soli” 3 mesi…

Comunque al momento stando ad importanti riviste armiere statunitensi si sta vivendo un periodo di carenze di armi e munizioni, al punto tale che per garantire forniture per tutti, alcune armerie sia private che appartenenti a gruppi commerciali che ne possiedono molte impongono limitazioni giornaliere per ciascun cliente, ad esempio:  non più di 2 pistole al giorno, 1000 inneschi, un fucile moderno, una libbra di polvere da ricarica (458 grammi), 250 cartucce da caccia a pallini, 3 scatole di cartucce per pistola, ecc ecc. Ma questo solo per garantire le forniture a tutti i cittadini, non per altri.

Record nella pacifista, liberista e radical scic California, le vendite sono aumentate del 500%. Con lamentele anche di coloro che hanno voluto le leggi californiane più restrittive, infatti molti tra loro si sono lamentati di non poter ritirare subito l’arma perché devono attendere 10 giorni di rito. Cosa abbastanza fastidiosa quando ci si sente in pericolo, ma soprattutto quando si rischia di non trovare più armi per quella data…

Nb. Gli stipendi americani sono più elevati di quelli italiani, sono quasi sempre pagati settimanalmente e moltissime armi sono appositamente prezzate per costare circa o meno di uno stipendio settimanale o di loro multipli, oltre al fatto di costare solitamente molto meno che in Italia, cioè il valore d’acquisto è migliore negli USA. Quindi un appassionato d’armi potrebbe comprarsi ad esempio una pistola o un fucile a economico alla settimana e comunque avere ancora abbastanza soldi per vivere, oppure comperare una bell’arma da tiro al mese che in Italia costerebbe come uno o due stipendi medi. La stessa politica commerciale viene applicata a tanti altri prodotti, quindi come un cittadino medio americano si può ritrovare ad avere una facilmente 4/5 armi anche se non appassionato a loro o con particolari esigenze difensive, così come si ritrova ad avere una decina di costose canne da pesca, 3 SmartPhone, 5 radio ricetrasmittenti di varia potenza, 10 torce elettriche, attrezzi da officina, 5 kit da pronto soccorso, ecc ecc

Un incremento del genere non solo non veniva visto dai tempi della presidenza disarmista di Obama in cui si temevano drastiche riduzioni dei diritti di acquisto, ma addirittura lo supera. Disarmo che poi non è avvenuto grazie al parere contrario della maggioranza dei politici e dell’opinione pubblica. Anzi a causa degli attentati terroristici, stragi di massa a causa di pazzi, aumento generale della criminalità, ha portato alla militarizzazione armata delle polizie, aumento delle squadre speciali di polizia, per i cittadini il permesso libero di portare armi per difesa senza licenza in alcuni stati e di portarne con licenza anche senza giustificati motivi in molti altri. Queste contromisure armate di poliziotti e civili legalmente armati per strada hanno avuto molta efficacia, al contrario in stati disarmisti come la California, Illinois, New York nonostante le loro ricche e armatissime polizie statali, locali e di contea gli effetti sono stati di molto inferiori sia in maniera effettiva che a livello di sicurezza percepita dal cittadino.

Le prossime elezioni presidenziali americane di novembre 2020 comunque già preoccupano in quanto la perdita di Trump porterebbe di certo al potere il democratico disarmista Joe Biden.

Ma se finora i cittadini americani temevano di venir disarmati dal politico disarmista di turno e quindi di venir probabilmente impossibilitati al difendersi da criminali o da eventuali invasori esterni, il virus invece viene percepito come un pericolo proveniente dall’esterno che non si sa per quanti mesi o anni rimarrà all’interno della loro nazione. Quindi la loro percezione del pericolo li rende timorosi nei confronti di un virus visto dai più come un attacco bellico batteriologico che non si sa quanto possa durare, pertanto si ritiene che i pericoli di assalti armati da parte di affamati, impoveriti, bande criminali, ecc possano cominciare presto e durare a lungo, quindi sempre di maggior pericolosità sociale ed economica… Tanto per non parlare di eventuali rivolte razziali ed etniche, che come sappiamo ognuna di loro può anche mettere a ferro e fuoco quartieri o città intere, senza guardare in faccia nessuno, sfociando anche in rapine di massa, atti vandalici a livello bellico e incendi. Comunque, di episodi che motivano i cittadini americani si armano sono molti, quelli ove poi devono usarle sono molto meno. Ma questo non dimostra che hanno torto, ma invece che hanno ragione in quanto il loro potere deterrente funziona molto spesso e solo raramente gli tocca realmente dover agire andando ad usare, armi, scorte alimentari, abitazioni blindate, ecc. Il motto latino “Si vis pacem para bellum”(2) = se vuoi la pace prepara la guerra, a distanza di quasi 1600 anni funziona ancora molto bene in tutto il mondo.

(1) ATF: Alcool Tobacco Firearms, è l’ufficio federale statunitense che si occupa anche di armi da fuoco.
(2) Frase di Vegezio (Flavius Vegetius Renatus), storico romano, ministro delle finanze e scrittore, vissuto nel 4° secolo dopo Cristo, scrisse almeno 4 libri sull’arte della guerra.

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