L’operazione è riuscita ma la paziente è morta.

Ovvero gli effetti del caso George Floyd e del Covid 19 sulle azioni di polizia in Italia.

Di Biagio De Santis, istruttore di tiro.

Questa potrebbe essere il miglior commento al caso della presa in ostaggio di un operatore di sicurezza al duomo di Milano il 12 agosto 2020 da parte di un extracomunitario egiziano con apparenti segni di squilibrio.

Ma chi è morto, visto che l’operazione si è conclusa senza vittime? È morta la pubblica sicurezza!

Quasi 50 agenti sottratti ai loro compiti: se dei terroristi volessero, con il solo impiego di 20 pazzi o finti pazzi, potrebbero mettere in tilt la sicurezza dell’intera città sottraendo ai loro doveri contemporaneamente almeno 1000 agenti. Sarebbe il momento in cui altri terroristi potrebbero fare ben altro grazie a questa distrazione di massa delle forze di polizia, senza contare altre azioni diversive…

Gli agenti della polizia di stato intervenuti sul posto si sono comportati secondo l’ordinamento giuridico politico giornalistico nazionale. Quindi a loro va un particolare plauso per aver risolto un problema che non sarebbe mai dovuto accadere, ma che volendo avrebbero potuto risolvere diversamente in pochi secondi.


Potete vedere il video integrale cliccando qui:

Adesso analizziamo assieme in maniera critica i fatti come ci sono stati descritti dall’informazione pubblica, visibili in parte anche nel video e quindi ipotizzare varie probabili valide soluzioni preventive che repressive.

  1. L’operatore di sicurezza preso in ostaggio pare non fosse armato. Da qui si propongono diverse eventualità di scenario: A-l’operatore se armato poteva impedire anche solo per il fatto di possedere delle armi che il fatto avvenisse (effetto deterrente delle armi); B– L’operatore se addestrato ad hoc poteva impedire anche solo con le proprie mani di venir rapito; C– L’operatore poteva venir ucciso o ferito o poteva venire ferito e ucciso l’aggressore; D– L’operatore preso in ostaggio se ancora in possesso della sua arma (magari portata in maniera occultata o in fondina anti furto) poteva poi usarla per liberarsi (le GPG da alcuni anni possono portare solo un arma e non pure una seconda di scorta); E–  L’operatore anche se disarmato, da ostaggio poteva reagire e disarmare il rapitore. Notare bene: queste cose non fanno parte della normale formazione di un operatore di sicurezza e quindi non gliele si possono pretendere.
  2. Gli agenti di polizia per evitare gravi punizioni e condanne si sono dovuti preoccupare più di salvare il rapitore che l’ostaggio!
  3. L’ostaggio nel video appariva piuttosto spazientito, probabilmente avrebbe voluto reagire ma forse gli era stato ordinato di non farlo e comunque con tutte quelle armi puntate contro forse aveva più timore del fuoco amico che del coltello del sequestratore. Da vittima non reattiva ha commesso almeno quattro errori: 1– togliere le mani dalla posizione difensiva che aveva assunto tenendole in alto un po’ in avanti ad altezza collo/cuore; 2– togliere le mani che teneva appoggiate ad altezza collo/cuore; 3– rimettersi il cappello, la cui visiera gli toglieva parte della visuale utile per una eventuale azione difensiva; 4– non teneva la posizione di piedi e ginocchia in maniera tale da dargli la possibilità di reagire eventualmente per attacco, difesa o fuga. Nb. Queste nozioni non fanno parte della normale formazione standard di un operatore di sicurezza privata, che praticamente è nulla.
  4. Gli agenti di polizia: nel video ho potuto notare che la gestione della negoziazione non avveniva in maniera diretta da parte di un soggetto specializzato, ma era affidata dall’esperienza dei singoli. Normalmente la negoziazione dovrebbe essere affidata ad un solo agente specializzato, che sarebbe poi l’unico autorizzato a parlare col criminale o pazzo di turno. Comunque gli agenti hanno saputo – evidentemente per fortuna – coordinarsi tra di loro e parlare in maniera adeguata sia per tranquillizzarlo che per confonderlo. Ma sarebbe bastato un agente inadeguato tra loro a rovinare tutto.
  5. Il maneggio delle armi da parte degli agenti: 1- molto bravo quell’agente che in base alla posizione del rapitore e dell’ostaggio assumeva posizioni differenti di tiro per ridurre il rischio di colpire l’ostaggio con angoli di traiettorie pericolose; 2- bravi anche gli agenti che per mostrarsi disarmati di fatto tenevano le armi in mano nascoste dietro la schiena pronte a sparare; 3- gli altri per forza di cose dovuti alla negoziazione han rimesso le pistole in fondina. Nb. (con un tempo medio di 1,5 secondi per estrazione e sparo l’ostaggio sarebbe stato colpito più volte prima che gli agenti potessero sparare!); 4- la loro posizione attorno al rapitore riduceva di molto un eventuale intervento da parte di tiratori scelti.
  6. È evidente che la tattica adottata è stata la classica atta a distrarre il rapitore affinché non ci si avvicina abbastanza da consentire il disarmo tramite la sopraffazione corpo a corpo. Però con alti rischi per gli agenti e anche se minori pure per gli ostaggi. Da notare nel filmato che l’agente che attacca per primo si getta sul rapitore lasciandogli libera la mano armata con cui però poteva venir facilmente accoltellato ad esempio al collo, solo l’intervento immediato dei colleghi gli hanno evitato il peggio. Ma come si sa, l’intervento immediato dei colleghi e pure coordinato è una aspettativa, non una certezza… Comunque queste tattiche solitamente funzionano bene con i pazzi o persone mentalmente esasperate cioè con funzioni cerebrali ridotte da stato confusionale, ubriachi, ecc comunque non realmente decise ad uccidere e/o a farsi uccidere. Un terrorista potrebbe seguire un piano del genere per attirare a sé il massimo numero di agenti, di sicuro i più validi e coraggiosi per poi farsi esplodere o attirarli sotto il tiro di altri terroristi!
  7. Si può anche notare che le procedure di distanziamento sociale hanno causato (non sul rapitore che ovviamente se ne frega) una abitudine a tenere le distanze tra gli agenti, osservazione comunque opinabile.
  8. La poliziotta addirittura offriva una mascherina al rapitore. Sì, serviva anche a distrarlo, e se l’avesse voluta indossare di certo lo avrebbero disarmato prima.
  9. Sempre la poliziotta si offriva di disarmarsi e lo ha fatto, anche se il rapitore le diceva che non serviva lo facesse. Vista la presenza di altri agenti armati poteva anche permettersi di farlo per aumentare la fiducia nei suoi confronti, concorrendo comunque ulteriormente a calmarlo.
  10. Da notare anche in fase di bloccaggio e ammanettamento la preoccupazione degli agenti di lasciare abbastanza areazione per farlo respirare! Questo per evitare un altro caso George Floyd, dimenticandosi o non sapendo che costui secondo l’autopsia morì per problemi interni di respirazione e non per soffocamento causato da altri. Comunque in questo caso stavano solo ammanettando il rapitore, non gli stavano di certo con un ginocchio sul collo o sulla gola. Attenzione: lasciare troppo spazio libero può dare al fermato la possibilità di divincolarsi ed eventualmente anche di sottrarre un’arma a un agente e ucciderlo! È già accaduto e lo sanno tutti!
  11. Attualmente gli arresti per ammanettamento verso persone che offrono resistenza (la quasi maggioranza) avvengono non più con la forza, eventuali chiavi articolari, percosse e minacce atte alla resa, ma per stanchezza di chi offre resistenza onde non incorrere né in reati di uso eccessivo della forza né in reato di tortura anche psicologica… A cui si aggiunge anche l’inesistente rischio di soffocamento da poca areazione che da eventuali traumi psicologici da agorafobia!

Insomma, l’operatore di sicurezza se fosse stato ben addestrato non sarebbe stato preso in ostaggio, se non ci fossero state le nefande influenze dei mass media e dell’orientamento giuridico internazionale il caso si sarebbe risolto in pochi secondi con l’intervento di un solo agente di polizia o GPG armata, solo fortunatamente si è risolto in pochi minuti, in genere occorrono ore e non si sa mai come va a finire.

Ma come avrebbero potuto agire in un mondo non influenzato dal buonismo imperante che di fatto ha portato alla perdita del controllo della sicurezza sul territorio?

L’operatore di sicurezza, se ben addestrato e magari armato di manganello e difeso da guanti anti taglio e anti ago, avrebbe potuto fermare facilmente il presunto pazzo armato di coltello. Magari poteva usare anche uno spray al capsicum per facilitarne il fermo. Comunque da ostaggio se fosse stato ben addestrato avrebbe potuto reagire con efficacia favorendo l’immediato intervento degli agenti!

Un fucile a pompa specifico per l’uso di munizionamento non letale,
prodotto dal’azienda statunitense Wilson Combat

Gli agenti intervenuti a liberazione dell’ostaggio potevano usare il taser gun che si sa che ha effetti paralizzanti istantanei e nel caso non avesse funzionato potevano eventualmente sparare alla spalla dell’aggressore. Ma il taser non è ancora in dotazione effettiva perché ne è appena terminata la sperimentazione, tutti gli esemplari sono stati ritirati dalle forze di polizia e si è in attesa del nuovo bando di gara d’appalto, si spera in dotazione dal 2021… Comunque se avesse funzionato, attaccare immediatamente dopo corpo a corpo, magari usando i manganelli meglio se di tipo a forma di tonfa perché più adatti del manganello classico a tecniche di bloccaggio e incapacitazione soprattutto contro armi bianche e improprie.

Se li avessero avuti in dotazione avrebbero potuto anche utilizzare fucili a pompa caricati con munizionamento non letale (palla o pallettoni in gomma), non che sia necessariamente la soluzione più efficace ma oggi per situazioni del genere è uno degli strumenti indispensabili da avere assieme agli altri nella rosa degli “strumenti del mestiere”.

Gli agenti negli anni 70 avrebbero sparato un colpo di mitra e chiuso il discorso, negli anni 20 del secolo scorso un colpo di revolver, nel 1852 avrebbero dato solo un colpo di sciabola o di baionetta alla mano armata risolvendo il problema…

Ma oggi il problema è che quasi in ogni comune, anche piccolo c’è qualche extracomunitario (non bastavano i nostri) che tra problemi di alcolismo, droga e/o squilibri mentali periodicamente terrorizzano la popolazione, solitamente armati di coltello e/o cocci di bottiglia o siringhe tanto per non parlare di machete! Ogni volta gli agenti spesso anche sotto organico devono intervenire a rischio della vita e perdere anche ore, più le ore da destinare al verbale e al controllo e traduzione del prigioniero che comunque quasi sempre sarà scarcerato a breve. Viene da chiedersi quanti tra questi siano veramente pazzi e quanti invece no e se questo un giorno potrebbe essere utilizzato in maniera strategica contemporaneamente in tutta Italia al fine di eliminare buona parte delle forze di polizia…

Comunque sia gli agenti intervenuti che l’ostaggio sono stati esposti a Covid 19, quindi stando alle indicazioni del governo sono stati esposti a rischio della vita circa 10 persone (perché gli agenti sono persone e non carne morta) e almeno altri 20/40 di appoggio. Pertanto in teoria sarebbe stato necessario almeno un unico buon colpo piazzato nel sistema nervoso centrale per paralizzare ogni suo movimento omicida, quindi uccidendolo all’istante, per la riduzione immediata del contagio. Del resto uno armato di coltello infetto potrebbe causare future morti anche con un minimo taglio. E quindi sarebbe stato giustificato il cappellino con visiera re indossato dall’ostaggio onde impedire il suo contagio da eventuali schizzi di sangue che saliva! A questo punto gli organi giudicanti avrebbero potuto condannare gli agenti in quanto così tanto a rischio della vita? Secondo il capo del governo e quindi anche del capo dello stato che lo ha incaricato e mai rimosso, il Covid 19 è un pericolo mortale. Il capo del governo come primo ministro sceglie anche chi è capo del ministero della giustizia, così come il capo dello stato è comunque il capo del consiglio superiore della magistratura C.S.M. e può anche concedere la grazia a chi fosse eventualmente condannato e magari dargli anche una medaglia!

Pur volendo fare tutte le ipotesi anche le più fantasiose per trovare soluzioni realmente possibili e pratiche, stando però all’immobilismo istituzionale e alla maggioranza dell’orientamento giuridico nazionale imperante che terrorizza le forze dell’ordine, alla fine l’unica cosa che si può realmente fare è addestrare meglio gli operatori di sicurezza privata, armate e non. Che quindi siano almeno messe in grado di difendersi ed evitare anche di farsi rapire. Sperare che questi lo facciano a spese proprie soprattutto con gli scarsi stipendi che hanno è una utopia, che paghino i loro datori di lavoro è ancor più inverosimile per via dei costi ma anche di volontà, salvo rare illuminate eccezioni. Occorrono finanziamenti pubblici o per lo meno la possibilità di poter effettuare detrazioni fiscali per spese destinate ad addestramento e istruzione extra per addestramento armato che disarmato! Fatto ciò rendere obbligatorie un numero di ore minimo per formazione obbligatoria extra. All’uso della forza andrebbero insegnate anche tecniche, tattiche e strategie ad hoc per episodi del genere che possono configurarsi in presenza sia di attentati terroristici che stragistici svolti anche da singoli individui (mass shooting). Non dico che debbano essere formati come appartenenti a reparti speciali, ma che per lo meno siano messi in condizione di poter tentare di intervenire con buone possibilità di successo, ma anche di auto tutelarsi e poter fornire informazioni e supporto alle forze di polizia, non invece intralcio o peggio ancora divenire loro stessi il problema come ostaggi da salvare.

Da istruttore devo dire che quando vengo interpellato da alcuni operatori devo dire che spesso quello che manca non solo è una specializzazione di un certo livello, ma anche delle capacità di impiego coordinato tra loro delle diverse armi e strumenti di coercizione e armi non da sparo a loro assegnate..


Ritenuto “la bacchetta magica” di ogni intervento impossibile di fatto il Taser non è così infallibile.

La traiettoria dei dardi elettrici viene destabilizzata dai coriandoli esplosi con lo sparo per rilasciare una prova del loro uso. Quindi il dardo può non attecchire o farlo male al colpito, quindi non funzionare bene o non funzionare affatto.

Alcune persone addestrate o meno sensibili della media possono resistere discretamente bene al taser.


Il tonfa è l’arma principe nella famiglia dei manganelli, sapendolo usare può facilitare notevolmente arresti, fermi, ecc di criminali e non. Molto sottovalutato e a volte troppo sopravvalutato attribuendogli delle capacità letali degne più di un essere vivente che di un oggetto.

Fucile a pompa per munizionamento non letale.

Nei caricamenti a palla unica che pallettoni sarebbe potuto risultare utile in un ipotetico tentativo che non c’è stato per invalidare temporaneamente il rapitore, dando tempo agli agenti di disarmarlo e ammanettarlo. Probabilmente non gli sarebbe bastato un solo colpo. Ma il problema non si pone visto che la polizia di stato non ha in dotazione standard fucili a canna liscia…

Comunque qualunque arma non letale e strumenti di coercizione quando viene utilizzata al variare della necessità va rapidamente sostituita con una più adatta e/o usata assieme ad un’altra o assieme a tecniche di lotta a mani nude, comunque in qualunque istante l’uso di un arma letale deve essere possibile. Ma per questo occorre un apposito addestramento e allenamento che sinceramente non vedo diffuso nemmeno nelle polizie statunitensi e finchè non si diffonderà negli USA, in Italia nessuno se ne interesserà facendo perdere molte vite.

7 thoughts on “L’operazione è riuscita ma la paziente è morta.”

  1. Perché le gpg non potrebbero portare una seconda arma? Riferimenti normativi ?
    Grazie

  2. DECRETO 1 dicembre 2010, n. 269 – Regolamento Istituti di vigilanza (guardie giurate)

    Allegato D

    Sezione II^ 2. ADEMPIMENTI PARTICOLARI RELATIVI AI SERVIZI

    2.b: Dotazioni ed equipaggiamenti delle guardie giurate
    Gli Istituti di vigilanza privata provvedono affinché le guardie giurate per l’espletamento dei servizi abbiano la disponibilità delle dotazioni previste dai progetto organizzativo e tecnico-operativo ed indicate dal Regolamento dell’istituto, che devono essere efficienti, funzionanti ed in buono stato di manutenzione, in modo che sia sempre garantita la sicurezza degli operatori e l’efficienza dei-servizi: Ogni guardia giurata per l’espletamento dei servizi sarà dotata della divisa approvata dal Prefetto che ha rilasciato la licenza dell’istituto o del distintivo se previsto e svolgerà il servizio armato esclusivamente con una sola arma: (pistola o revolver) di sua proprietà e regolarmente denunciata, secondo quanto previsto dalle disposizioni vigenti in materia.

  3. Ho cessato di leggere il suo articolo nel momento in cui ha detto che George Floyd sarebbe morto quel giorno ” per colpa sua ” ( da lei sottinteso ). So che questo mio commento non scalfirà minimamente le sue granitiche certezze, perché ne trasuda in ogni riga dei suoi pur molto interessanti e istruttivi tutorial sulle armi. Premesso che sono consapevole che le sentenze non sono necessariamente la verità, vedremo però se alla fine del processo condanneranno quell’animale ed i suoi colleghi ( indifferenti anche alle persone che li scongiuravano di sollevarsi dal collo ) oppure se semplicemente la giuria consiglierà a Floyd buonanima di procurarsi un buon otorino, come con la solita certezza suggerisce lei.
    Continuerò a leggere i suoi consigli sulle armi, ma mi accontenterò della sua tecnica , non dell’ideologia.
    Buona Giornata.

    1. Salve, come vede sono molto garantista e in molti miei articoli ormai da anni spesso spiego come l’uso della forza da parte della polizia in tutto il mondo in molti casi potrebbe essere moderata o evitata o diversificata illustrandone diverse alternative posibili. Ma del fatto che Floyd sia morto per sue complicanze interne di una persona sotto effetto di droghe pesanti, non lo dico io ma il medico legale. Forse avrei dovuto rimarcare che Floyd era sotto effetto di droghe che lo hanno portato a complicazioni letali. Personalmente ad un ammanettato che ha problemi respiratori credo che sia un dovere anche soffiargli il naso se necessario, anche perchè per episodi del genere ci sono stati dei decessi, come per quel disabile mentale a Torino non pochi anni fa che morì soffocato ammanettato faccia a terra. Ma non credo che nel mondo nelle scuole di polizia ci siano molti che insegnino anche queste cose. Però in effetti il rischio di farsi mordere è elevatissimo e ci sono già molti casi di agenti morsicati riportando seppur raramente addirittura l’amputazione di dita. Occorrerebbe una apposita formazione specialistica e presidi sanitari e di coercizione idonei. Come ho già trattato in altri articoli ne esistono di diversi, ma costano, così come costa la relativa formazione degli agenti. Quello che però mi fa specie è che in una città politicamente democratica e in uno stato a guida democratica e quindi molto attento ai diritti e tutela anche dei criminali e sospetti tali, non vi abbiano pensato. Eppure il capo della loro polizia è di colore, democratico, è stato sindacalista e pure capo della locale sezione degli “affari interni”, il sindaco, il procuratore di stato e il governatore sono anche loro politicamente democratici e molto attenti a questi problemi. Sinceramente non capisco perchè a certe problematiche, scrivendoci articoli a riguardo me ne preoccupo più io che loro. Grazie per il suo intervento, nei prossimi articoli cercherò di abbondare di dettagli perchè non mi piace passare per persona di ideologia granitica a difesa delle polizie ne per anti garantista, per me il buon poliziotto deve svolgere al meglio delle sue sue capacità e possibilità il compito di agente di polizia, non di giudice e tantomeno di boia. Cordiali saluti, Biagio De Santis

      1. Buonasera. Il poliziotto è stato appena dichiarato colpevole per TUTTI i capi d’accusa, a dispetto delle sue certezze , delle prove “inoppugnabili” che lei citava nel suo articolo, delle giustificazioni alla forza (pericolo imminente di dita amputate? Ma ci crede sul serio quando lo dice?) senza dare spazio minimamente ad altre possibilità alternative. Possibilità che evidentemente non le piacevano a priori. Non le piaceva dover ammettere che un tutore dell’ordine possa essere ritenuto responsabile della morte di qualcuno per avere abusato delle proprie prerogative.. perché in fondo per lei lui è la forza della giustizia e l’altro solo uno spacciatore di banconote false, peraltro drogato. Forse anche un essere umano. Forse. Ma lei probabilmente tecnicamente preferirebbe chiamarlo ” il soggetto”.
        Ora però sono io a voler dire che la sentenza di una corte non deve rappresentare per forza la verità e la giustizia, mi sembrerebbe -anche questa mia- una opinione avventata.
        Quello che le contestavo era solo la sua posizione ideologica, tutta tesa a difendere l’indifendibile senza un’ombra di dubbio, attaccandosi a qualche vago indizio a discolpa, distrutto come vede in sede di giudizio, per un terribile e inquietante senso di cameratismo verso quelli che evidentemente lei ritiene ” dalla sua parte”: i cosiddetti tutori della legge e gestori della forza legale. E’ questa l’ideologia che le contesto. E che non mi farebbe star tranquillo se dovessi avere a che fare con un tutore dell’ordine che come lei preferirebbe mettere il proprio ruolo ( quello che lui riterebbe A TORTO essere il suo ruolo) davanti alle regole, alla legge ma soprattutto all’umanità. Ma già… l’umanità.. dimenticavo il suo pericolo imminente di dita amputate. Le vogliamo paragonare alla piccola vita di George Floyd? Delle cosi belle dita?
        Mi perdoni il tono polemico ma ho visto troppi filmati di assassini con la divisa, che usavano dopo , per giustificarsi, i suoi argomenti. Buona serata e grazie per la sua civile risposta dell’altra volta.

        1. Guardi, credo di averle già risposto e comunque nell’articolo che lei dice di non aver letto ci sono cose che dovrebbe leggere prima di esprimersi. Del resto quell’agente conosceva personalmente Floyd in quanto erano stati entrambi buttafuori nello stesso locale, quindi l’agente lo avrà anche visto all’opera…, così come sapeva che si era già fatto 5 anni in carcere per rapina a mano armata e minaccia di morte ad una donna incinta nelle casa di lei puntandogli una .357 magnum sulla pancia… Altro che solo sospetto di reati di contraffazione et similia. Comunque Floyd era alto 1,98 e con un fisico atletico e possente da oltre 100 kg. , l’agente 1,76 per 63 kg quindi non aveva margini di errori nel tenerlo fermo, sapendo che se si fosse divincolato per loro sarebbe stata la fine. Oltre 20 cm. di differenza e quasi 40 kg di peso… Si rende conto???? Questo mi pare proprio un suo attacco nei miei confronti. Se poi vuol saperlo, anche se principalmente in altri ambiti mi son sempre battuto in difesa dei cittadini contro gli errori svolti dalle forze di polizia e amministrazioni pubbliche varie, al punto di farne un lavoro a mio rischio e pericolo, in cui poi talvolta dovevamo tutelare gli stessi agenti dal sistema che da colleghi umanamente fallibili che talvolta sbagliano anche con loro, tutto questo con mio padrem.llo cc. in congedo. Quando mi son dovuto occupare di security, sicurezza e ordine pubblico non c’è mai stato un problema, nel senso che non c’è mai dovuto essere l’uso della forza ne di armi perchè ho sempre svolto buona attività di prevenzione e quando son dovuto intervenire sono stato solo educatamente convincente… Non sono alto come lo era Floyd ma faccio la mia figura… In pratica le migliaia di persone che ho aiutato tra lavoro e volontariato la sbarnerebbero a parole se leggessero le sue nei miei confronti. Lei del resto non mi conosce. Per quanto riguarda la sentenza sul caso Floyd, io all’epoca dell’articolo mi basavo sulla autopsia ritenuta valida in quel periodo, l’ultima invece da torto al poliziotto. Sebbene sia sempre convinto che l’agente colpevole abbia ancora delle valide attenuanti, soprattutto nel contesto americano che non è di certo quello italiano, almeno in certe zone… Se l’ultima autopsia ritenuta valida dalla giuria gli da torto, è evidentemente colpevole sebbene non per omicidio volontario. L’agente è stato dichiarato colpevole, ma la sentenza non è ancora stata emessa, vuole emetterla lei? Sinceramente avrei agito diversamente da quell’agente, ma ho anche una diversa formazione, anche una diversa condizione fisica. Inoltre il caso Floyd avveniva in piena emergenza pandemica, vada anche a leggersi un altro mio articolo che riguarda sempre gli USA: Arrestato per uno sputo e terrorismo!!? Se ci fa caso nei miei articoli faccio spesso riferimento a come si potrebbero risolvere i problemi se ci fosse maggiore formazione, allenamento e dotazione di strumenti idonei agli agenti di polizia, questo ovviamente a tutela del cittadino. Per me e come sto scrivendo anche in un prossimo articolo prevedo che i futuri agenti di polizia dovranno anche essere specializzati come infermieri o paramedici, almeno in un certo numero, ma è una previsione alquanto utopistica, sebbene siano esistiti nel mondo reparti di polizia che sono una via di mezzo tra polizia, vigili del fuoco, infermieri. Cordiali saluti, Biagio De Santis.

  4. Chiudiamola qua, siamo figli di diversi modi di ragionare, lei contento del suo io del mio. Buona giornata e mi creda non ce l’ho con lei, ma con una mentalità, espressa da lei in quella maniera sbrigativa e inappellabile di risolvere il caso Floyd a vantaggio del poliziotto, pur avendo però anche lei già visto il video, ascoltato Floyd gemere, ansimare e pregare e visto e ascoltato le persone ( presenti a 1 metro ) che lo imploravano di levarglisi di dosso dicendogli ” lo stai ammazzando, non vedi? “.. Cordiali saluti a lei. Sono sicuro che lei sia la persona migliore del mondo.

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