Di Biagio De Santis (istruttore di tiro, armaiolo)
Conobbi la famiglia Cosmi a metà degli anni 80 durante l’EXA di Brescia, sebbene ancora minorenne riuscii ad ammirare da vicino le loro splendide armi. Ero abituato a vedere doppiette e sovrapposti di tal pregio, ma non semiautomatici, perchè all’epoca il top dei semiauto erano al massimo dei fucili solo semplicemente incisi e/o placcati in parte in argento e oro. Ma meccanicamente estremamente semplici e funzionali e a volte nemmeno troppo affidabili. Invece i fucili semiautomatici Cosmi trasmettevano quelle emozioni paragonabili solo a poche altre armi, emozioni comparabili a guidare un auto fuoriserie di alta classe e di venerabile casa costruttrice realizzata con materiali eccellenti e con cura d’altri tempi, ma con prestazioni comparabili per molti versi ad un prodotto moderno.
Come a volte capita a chi scrive su riviste di settore mi è capitata l’occasione di poter entrare in possesso di un fucile prodotto dalla Cosmi nel 1949, un arma che aveva vissuto lunghi anni di caccia ma ancora in ottime condizioni operative, con una calciatura non più perfetta, ma facilmente sistemabile in casa. Mentre la brunitura giunta nel tempo da un nero intenso ad uno splendido color melanzana o secondo alcuni in color tonaca di frate ha solo un punto dove manca. Dopo averci ragionato su decisi di recarmi tramite appuntamento direttamente in fabbrica a Torrette di Ancona, sede storica della ditta ma di recente rimodernata con un nuovo socio, non solo nell’aspetto ma anche nella produzione e macchinari ancor più moderni.
Come fece il vecchio Cosmi nel 1984 presentandomi il figlio come suo erede, così in questa visita recente Rodolfo Cosmi mi presentò iil figlio come suo successore. Una tradizione che si tramanda con passione di generazione in generazione, cosa che purtroppo non accade in tutte le dinastie armiere che spesso perdono il testimone. Comunque da qualche anno altro sangue giovane è venuto a rinforzare la ditta Cosmi con un nuovo socio che però non si è fermato solo al ruolo di finanziatore ma ha portato la Cosmi ad esplorare nuovi segmenti armieri come con le nuove semiautomatiche a canna rigata da caccia grossa, che più di recente ai fucili a canne parallele, ma altre novità ci attendono.h
Possedendo il vecchio certificato del BANCO NAZIONALE DI PROVA in pochi minuti (ma sarebbe bastata anche solo la matricola), il mio vecchio “Cosmi” è stato riconosciuto e confermatomi l’autenticità dei componenti. I signori Cosmi analizzando l’arma, sia da un punto di vista collezionistico che economico mi sconsigliarono di ribrunirlo, anche perchè per giungere di nuovo a questa splendida tonalità cromatica della brunitura ci sarebbero voluti almeno altri 70 anni… In pratica avrei riavuto un fucile simile ad uno dei loro splendidi esemplari moderni ma perdendo il fascino e autenticità collezionistica delle armi d’epoca che a differenza delle automobili verniciate guadagnano in apprezzamento. Quindi esaminata nelle loro officine e provata l’arma a fuoco nel loro balipedio si sono limitati solo a sistemarne la meccanica sostituendone le vecchie molle. La spesa è stata contenuta anche grazie ai consigli dei signori Cosmi, che mi hanno dissuaso a spese di poca o nulla utilità per la funzionalità e mantenimento del valore collezionistico dell’arma che spara ancora molto bene. Sinceramente un giorno vorrei potermi permettere anche un loro semiautomatico moderno, ma per il momento mi accontento bene di questo che è stato molto usato a caccia dal suo precedente proprietario.
Sono stato anche fortunato che per il mio esemplare del 1949 erano ancora disponibili parti di ricambio, diversamente avrebbero dovuto ricostruirli artigianalmente. Del resto è un modello risalente al primo dopo guerra e ovviamente da allora i loro semiauto sebbene sempre simili si sono comunque evoluti meccanicamente e non solo.
A completamento dell’arma mi sono tolto lo sfizio di comprare una cinghia per il fucile e un cappellino. Sinceramente avrei voluto comprare anche una valigetta di trasporto ma dato il loro alto costo non erano alla portata delle mie tasche. Prezzi comunque in linea con quelli di altri produttori artigianali di armi di pari alto pregio e lignaggio.
Come giornalista di questa rivista ho avuto modo di poter visitare i loro laboratori e banchi di lavoro ove molte lavorazioni sono svolte oggi come 100 anni fa. Mentre per altre fasi di produzione e finiture macchine di lavoro moderne multi assi facevano il loro dovere lavorando acciai di notevole robustezza e durabilità, quindi difficili da lavorare per macchine e utensili di minori prestazioni.
Ho anche avuto modo di visionare alcuni loro prototipi, purtroppo non ho potuto ancora provarli. Ma su cui vige ancora il segreto industriale, sui quali posso dire solo che sono meccanicamente interessanti e veramente belli da vedere dotati dello stile inconfondibile della Cosmi.
Ma la Cosmi è anche pistole, da circa 3 anni è anche importatore ufficiale in esclusiva delle 1911 prodotte artigianalmente (anche loro) dalla NigthHawk statunitense, ditta ormai famosa per l’elevatissima qualità delle loro armi che negli USA si occupa anche di distribuire i fucili della casa di Ancona.
Ps. Avrei dovuto pubblicare questo articolo nel 2021, purtroppo a causa dell’ennesimo trasloco avevo smarrito le foto. Spero di tornare quest’anno dalla Cosmi per poter provare alcune delle loro novità.
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