Di Biagio De Santis (Istruttore di tiro e formatore istruttori)
Una delle più recenti applicazioni della legge di Hebb è legata ai neuroni specchio. Questi neuroni si attivano sia quando eseguiamo un’azione sia quando vediamo un altro essere fare lo stesso e sono e sono alla base dell’empatia, dell’apprendimento per imitazione e della teoria della mente. Si è scoperto che le sinapsi più importanti sono state rafforzate seguendo la legge di Hebb. Purtroppo i mass media che certe culture e orientamenti politici, religiosi, sociali, filosofie, ecc. Possono portare ad assuefarsi a cose che vanno a danneggiare e/o ridurre tali neuroni e l’empatia, ma soprattutto gli stimoli che li attivano maggiormente. Per non parlare poi di notizie, film, programmi tv e web che portano anche loro ad assuefazione a morte, violenza, crudeltà’, sopraffazioni, ingiustizie, ecc. (Ovviamente ogni persona reagisce in maniera differente a queste influenze consce e inconsce). Quindi effetti simili ai suddetti 10 elencati nella parte 1.
Secondo la legge di Hebb i neuroni che si attivano insieme, si collegano insieme (plasticità neurale).
È uno dei concetti più studiati e accettati in psicologia e performance umana. I percorsi motori non si formano in isolamento, sono importanti sia il contesto che le condizioni in cui vengono creati i percorsi (cioè l’allenamento).
Prendi, ad esempio, la corsa di estrazione standard della pistola dalla fondina. Questo programma motore seriale consiste in altri movimenti motori multipli, individuali e discreti. Gli agenti devono impugnare la pistola, rilasciare i meccanismi di ritenzione, sollevare la pistola dalla fondina, allineare la volata, guidare (puntare) la pistola verso la minaccia e se necessario anche poggiare il dito indice sul grilletto ed eventualmente sparare.
Ogni volta che ci si allena, la corteccia motoria del cervello costruisce percorsi neuronali motori. Durante questo processo ripetitivo, attorno ai neuroni coinvolti si forma un tipo di isolamento noto come mielina. Questa “mielinizzazione” può portare a una connessione 10 volte più veloce dei nervi non mielinizzati.
Per i tiratori, questa connessione ad alta velocità può comportare un tiro efficiente che non richiede risorse e attenzione intellettiva, creando “automaticità motorie”.
Che poi è quello che molti chiamano “memoria muscolare” ma i muscoli non hanno vera memoria. Insomma lo si fa nelle arti marziali, lo si fa nella danza, lo si fa nel suonare uno strumento, ma la gente non vuol ancora capire che per diventare bravi si dovrebbe dedicare lo stesso tempo anche nel saper sparare! Insomma se per imparare Krav Maga o Judo o MMA si va in palestra almeno 2 o 3 volte a settimana, per lo meno ci si alleni a casa con arma scarica almeno 5 minuti al giorno…
Nb. Queste quando acquisite consentono di utilizzare contemporaneamente il cervello anche per attività di ragionamento come valutazioni decisionali nonostante si sia sotto stress e paura. Quindi automatismi motori e ragionamento.
Chopin, forse il più grande pianista di tutti i tempi diceva: “se non suono un giorno me ne accorgo io, 2 giorni se ne accorge la domestica, 3 giorni faccio abbaiare il cane”. Insomma la realtà è che i criminali si fanno sempre più esperti, pericolosi, imprevedibili e spietati, ma anche molto più professionali. Le forze di polizia devono necessariamente adeguarsi.
Chopin, forse il più grande pianista di tutti i tempi diceva: “se non suono un giorno me ne accorgo io, 2 giorni se ne accorge la domestica, 3 giorni faccio abbaiare il cane”. Insomma la realtà è che i criminali si fanno sempre più esperti, pericolosi, imprevedibili e spietati, ma anche molto più professionali. Le forze di polizia devono necessariamente adeguarsi.
Ma non si deve neanche cadere in errori dovuti a procedure non realistiche ma solitamente necessarie in poligono. Ad esempio dare l’ordine di fuoco a comando e di cessare il fuoco in maniera “abituale” porta ad un condizionamento mentale degli agenti che in alcuni casi ha portato poliziotti e militari sebbene buoni tiratori a morire con la pistola ancora in fondina. Non per nulla militari portano il fucile con cinghia tattica che gli consente di portare il fucile con posco sforzo durante tutte le ore di servizio praticamente imbracciato e pronto al fuoco! O fanno così o muoiono…
In un test negli USA ove si simulava il controllo ad autoveicolo sospetto un attore estraeva improvvisamente un’arma a salve e sparava: il 96% reagiva in vario modo, chi sparava, chi sparava arretrando, chi si allontanava sparando, chi si allontanava, chi rimaneva sul posto inebetito, il resto degli agenti reagiva velocemente con tecniche a mani nude disarmandolo ed evitando di venir virtualmente colpiti, cosa che comunque li faceva ritenere fortunati perché neanche le tecniche di disarmo sono certe o sicure. Purtroppo se il tempo medio di reazione, cioè di estrazione e sparo da parte degli agenti è di circa 1,5/2 secondi, ammesso di avere la fortuna di non venire colpiti o solo feriti c’era da aspettarsi questo risultato. Se la soluzione non è quella di saper disarmare, come non è solo di saper sparare meglio, occorre saper fare entrambe le cose, come anche arretrare o ripiegare (i militari non usano il termine fuga, ma ripiegamento, perché ripiegare è cosa consentita perché implica poi “forse” un attacco, mentre la fuga indica vigliaccheria e fucilazione sul campo). In poligoni, campi di tiro, ecc. ho disarmato da armi da sparo 40 persone che le stavano maneggiano in maniera insicura, ma mi è andata bene! Poi decisi di istruire personalmente tutti i frequentatori alle norme di sicurezza che io ritenevo più funzionali indipendentemente se gliele avessero spiegate già i colleghi o che fossero agenti o militari in servizio! Ma ho anche effettuato per difesa personale moltissimi disarmi da coltello e altri oggetti letali, tante volte per potermi difendere validamente ho dovuto contrattaccare e comunque avvicinarmi più pericolosamente all’aggressore. Ma ero in super allenamento e mi ritengo fortunato. Però se si facesse una simulazione con 2 banditi in auto? Se non si fosse abbastanza vicini per disarmare? In certe situazioni un’arma sarebbe più efficiente a patto di averla estratta in tempo e riuscire a colpire dove serve. Quindi occorre allenamento ma allenamento non contaminato da automatismi pericolosi. Addirittura certe tecniche di induzione allo stress attuate da alcuni istruttori possono portare a pericolosi automatismi procedurali, ma questo ultimo vasto argomento meriterebbe un articolo a parte.
Va da sé che saper usare bene e velocemente l’arma è imprescindibile. Ma quando senti ancora dire nel 2022 da altri istruttori che saper estrarre e sparare in meno di 1” secondo è pericoloso ma soprattuto non serve… Quando pure esser precisi non serve… Va bene colpire il disco da 20 cm di diametro almeno una volta… o 2 volte la sagoma da 50 cm di larghezza. Quando saper sparare in movimento non è necessario e che per sparare ti devi prima fermare… ti viene voglia di leggergli le statistiche del programma LEOKA dell’FBI, parlare di neurologia e scienza dell’insegnamento! Ma c’è sempre qualcuno alle spalle che dice che non serve… Insomma gente che insegna e se ne frega pure delle maggiori scuole di polizia mondiali! Comunque soprattutto a causa delle masse, gente comune che non ha esperienza ne competenza ancora oggi per un istruttore parlare di portare la pistola con il colpo in canna è quasi un taboo ovviamente solo in Italia. Al punto tale da mettere in ridicolo e screditare gli istruttori che lo considerano cosa normale mentre è invece al contrario cosa straordinaria non portarlo!!!
Collaborando con ditte che producono anche poligoni virtuali sin dal 1998, sia italiane che estere ho sempre ritenuto migliore quando possibile effettuare formazione tecnica e tattica anche con sistemi di addestramento video interattivi, sia perché gli agenti si trovano in simulazioni realistiche di pericolo dove se non sparano con precisione e velocità vengono virtualmente uccisi e si rendono conto per forza che quello che vedevano nei film e quello che gli dicevano “certi istruttori” era sbagliato. Quindi gli agenti si impegneranno maggiormente a migliorarsi e/o comunque ne prenderanno atto, atto della loro inadeguatezza e si spera che rimedino. Insomma se “muori” nelle simulazioni realistiche perché sbagli, devi cambiare e/o migliorare per sopravvivere. Del resto Diceva Einstein che “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. Nonostante questo c’è gente che pur di aver ragione continua a dare torto pure ad Einstein…
Dovreste vedere la faccia che certi (troppo sicuri di se) fanno quando virtualmente “muoiono” … Non se lo aspettavano, eppure a molti gli avevano detto che erano bravi… Mentre adesso sono virtualmente morti! Eppure per rendersene conto, se non ci si arriva con la conoscenza a volte basta un timer. Un timer non è una tecnologia né moderna né costosa, eppure molti istruttori non li usano ancora, eppure ci sono tante App…
Tra gli addestramenti possibili c’è anche il force on force (persone contro persone con armi non vere), ma spesso gli allievi trovandosi contro “l’istruttore” tendono a credere che contro uno di tale competenza sia normale perdere e siccome in genere i criminali non sono così ben preparati sottovalutano il pericolo. Le cose cambiano però quando si trovano contro ad esempio dei colleghi o persone senza particolari abilità.
- I sistemi che ho visto più efficienti sono però quelli video virtuali, ma alcuni tendono a prenderli per solo dei grandi videogames! Però cambiano idea dopo averli provati, anche perché i videogiochi sono più facili che situazioni reali filmate con persone vere. Le situazioni reali non invogliano a giocare, ma invogliano a migliorarsi per non morire. C’è anche da dire che questi sistemi consentono addestramento a fuoco reale ma anche simulato, quindi a costi irrisori dopo l’istallazione e di ripetere teoricamente all’infinito sia gli esercizi per migliorare le tecniche di tiro che le tattiche di polizia. In pratica 1000 colpi sono al solo costo della corrente elettrica….
- Questi sistemi permettono una altra cosa importantissima, di abituare l’allievo a non sorprendersi con elementi esterni di distrazione che invece in un normale poligono di tiro non ci sono, ma neanche in un campo di tiro dinamico, perché nei sistemi video interattivi virtuali si possono inserire scene e ambientazioni esterne come luoghi pubblici, piazze affollate, strade, ecc Sommando le nuove e stimolate capacità plastiche multi reti neurali agli effetti dei neuroni specchio (imitando l’insegnante), alla possibilità di ripetere molte volte come si vuole gli esercizi e tattiche, e la suddetta capacità di abitudine agli ambienti e agli eventi al non farsi negativamente influenzare da effetti distrattivi e stressanti le possibilità di miglioramento sono incredibili.
Da esperto professionista del settore addestramento e specializzato ufficialmente anche nel settore virtuale ed elettronico dal 1997, (da giovane non professionista me ne occupavo già negli anni 80) ho sempre ritenuto buona cosa inserire tattiche e tecniche dinamiche anche nei sistemi con schermo gigante, non per nulla in una recente installazione in una caserma di miei allievi istruttori della Polizia Locale di Ferrara nella stanza per addestramento video interattivo della Gebim ho inserito dei grossi scatoloni in modo tale da ricreare una parete ove ad esempio dietro la quale l’agente potrebbe trovare riparo, oppure da dietro la quale un collega fingendosi un bandito possa uscire all’improvviso e sparargli, quindi mixare CQB, l’interattivo che il “force on force”. Questo perché l’allievo dinanzi ad un video tende spesso come nei poligoni statici a rimanere fermo, nemmeno ad arretrare… Ma basta che l’istruttore gli dia ordine o il permesso di muoversi e lo faranno, così come possono creare scenografie reali, ambientali, anche mobilio, ma anche video potendo inserire filmati girati ad hoc secondo le loro esigenze ad esempio in luoghi, locali, edifici, via, piazze, banche, bar, centri commerciali, chiese, ecc del loro territorio di servizio incluso anche l’importantissimo audio ambientale.
L’audio ambientale: ho lavorato per oltre un anno in un poligono indoor con area “combat zone” urbana da 500 mq con tanto di auto, sistema stereofonico e illuminazioni pre comandate regolabili sia in colori, gradienza, flash, strobo, ecc E tra colonne sonore da gioco, musica da film e spezzoni di audio di film d’azione e guerra ho potuto fare una buona esperienza traendone dati molto utili. In genere era utilizzato per far giocare 2 squadre per puro divertimento, a volte come area istruzione e addestramento da me che la dirigevo, da istruttori esterni, gruppi di security ultra specializzata, bodyguard, privatamente appartenenti a forze di polizia e militari, psicologi consulenti del lavoro per team building, ecc. Solo parlarne meriterebbe non un articolo a parte ma un vero e proprio manuale di sopravvivenza.
Molto brevemente posso dire che le lezioni vanno effettuate prima in silenzio per facilitare l’apprendimento di tecniche e tattiche, solo poi con inserimenti acustici, anche da parte dei docenti e collaboratori. Quindi addestramento in bianco, solo poi a fuoco vero o simulato.
Quindi oltre al video proiettato su schermo gigante, scenografia sull’area e piazzola di tiro, anche gli effetti sonori ambientali e anche il parlato sono molto utili a far abituare a varianti che possono portare a gravi errori sia di tecniche (sparare male) tattiche (ad esempio rimanere fermi ed esposti) ma anche ad una errata valutazione del pericolo o ad una valutazione eccessivamente negativa dovuta allo stress da paura e quindi rischiare di sparare quando non ve ne è realmente bisogno.
L’addestramento va fatto per fasi, in genere con una determinata serie di passaggi minori che devono portare a saper sfruttare al meglio le capacità fisiologiche e neurologiche, possibilmente stimolandole con varie tecniche e motivazioni. Questo fa sì che si vengano a creare automatismi benefici che portino a reagire istintivamente nei modi migliori ma mai trasformando l’agente in un killer robot. Poi inserendo gradualmente effetti, persone, cose e altre varianti distraenti e stressanti al fine di abituarli in maniera costruttiva a questi in modo che non possano influire negativamente sull’operato degli agenti ponendoli in condizioni di poter agire e/o reagire con sufficiente sangue freddo e self control.
I sistemi video interattivi come i Gebim, portano a miglioramenti della gestione e riduzione dello stress, così come a miglioramenti in tecniche e tattiche di tiro che portano ad un aumento della possibilità di sopravvivenza degli agenti e di tutela della sicurezza del cittadino. Questi risultati ci sono sia con tiro non a fuoco, che col tiro a fuoco. Lo stesso discorso vale anche con sistemi di tracciamento e analisi dei movimenti delle armi prima, durante e dopo lo sparo come i Mantis X. Con un buon istruttore specializzato molti hanno risultati con miglioramenti esponenziali. Qualora questo non accadesse o l’allievo non è idoneo o l’istruttore seppur bravo in altri sistemi non lo è con questi, purtroppo molte volte ho visto utilizzare questi sistemi solo come dei grossi videogiochi realistici, non invece al pieno delle loro potenzialità di miglioramento, inclusi certi istruttori militari che li impiegano da 30 anni! Come far diventare istruttore di guida per auto da Formula 1 un qualunque insegnante di scuola guida per monopattini.
Sebbene comunque dei miglioramenti ci sono anche se l’istruttore non è uno specialista, secondo me il maggiore punto di svolta è la sicurezza psicologica dovuta ai miglioramenti nel saper sparare veramente bene a fuoco reale e con questi sistemi possibilmente abbinati i risultati possibili sono elevatissimi. Per esperienza vista su migliaia di allievi posso dire che la cosa migliore per gestire la paura è di avere capacità adeguate ad affrontarla con un buon margine di possibilità di successo e accompagnate a conoscenza e consapevolezza critica dei pericoli.
Ps. Magari un giorno scriverò una terza parte ove semplificherò la spiegazione in modo più pratico e più dal mio punto di vista di istruttore.