di Ciro Varone (Istruttore di tiro IST. UITS, TDO, CP TDO, MASTER KRAV MAGA, MAESTRO 8° DAN KARATE)
Non basta portare in borsetta uno spray al peperoncino, uno stick, un kubotan, una penna tattica, un’arma da fuoco o iscriversi ad un corso qualunque di difesa personale, che molto spesso sono mutuati da sport di combattimento, per essere certi di sapersi difendere.
Le cronache sono zeppe di situazioni al limite del ridicolo, dove anche persone armate che si addestrano regolarmente al poligono con la propria arma, davanti ad una situazione non preventivata e pericolosa finiscono per non avere il coraggio di reagire e, talvolta, quando lo fanno, procurano danni a se stessi o agli astanti.
Allora allenarsi al poligono, in palestra per un corso di autodifesa non serve a nulla?
Le cose non stanno proprio in questo modo…!
Il problema è che in molti casi di studio e pratica di autodifesa, chi si allena non tiene conto delle dinamiche “preconflitto”, non conosce e non studia i rituali che si concretizzano prima dell’attacco e quali siano i meccanismi di de-escalation ed escalation: in tal modo la vittima, anche se ben addestrata in palestra, verrà molto probabilmente soppresa e sopraffatta, oppure resterà immobile davanti a tanta e inaspettata violenza fisica e verbale.
Per sopperire a tale problema è importante impostare un lavoro di scanning psicologico dell’avversario, di lettura della prossemica e degli atteggiamenti aggressivi che si innescano in situazioni di pericolo, tali fattori sono importanti quanto qualsiasi tecnica fisica di autotutela e vanno allenati, provati e improvvisati anche in situazioni non convenzionali.
Lasciando perdere lo stile, l’arte marziale o il sistema di difesa, un buon corso di security e safety deve essere necessariamente improntato su tali metodi, diversamente tutto il sudore e l’addestramento potrebbe non esserci utile nel momento di estremo bisogno.
Una buona difesa inizia prima di tutto con la prevenzione: la prevenzione è composta da molteplici aspetti, dalla preparazione fisica, alla preparazione tecnica, alla conoscenza comportamentale, all’osservazione e controllo ambientale, fino alla contro sorveglianza e la non-escalation, la quale viene effettuata principalmente con il nostro comportamento che mettiamo in essere nei confronti dei nostri interlocutori.
Si consideri che la fase di non-escalation, che riveste un valore primario nelle fasi di preconflitto, viene spesso trascurata o quasi del tutto ignorata da molti istruttori di difesa personale, in tal modo coloro che si troveranno coinvolti verranno catapultati da una condizione bianca ad una condizione rossa insostenibile, tra l’altro senza una graduale e adeguata lettura del pericolo in atto difendersi diventa molto più difficile e pericoloso.