Di Biagio De Santis (Istruttore di tiro e armaiolo)
La SIG, nota fabbrica di armi di origini svizzere ma ormai americanizzata nei contenuti appartenente al gruppo Swiss Arms si espande sull’immenso mercato indiano grazie all’azienda locale
Nibe Defence and Aerospace Limited per la produzione di armi e munizioni direttamente in India.
Dopo un ordine iniziale di 66.400 unità ci saranno altri 72.500 Sig 716 calibro 7,62×51 e si stanno organizzando per la produzione locale.
La scelta fatta in condizioni di emergenza per i sempre maggiori problemi con il confine cinese e i soliti al confine al confine pachistano hanno fatto scegliere quest’arma e questo calibro adatti per tiri certamente fino e oltre i 500 metri. Nb. Per tiri di montagna e di confine occorre avere un tiro di fanteria utile possibilmente il più vicino ai 1.000 metri, sebbene la massa dei soldati non è in grado di tirare con precisione a questa distanza in maniera efficace contro un singolo nemico, comunque può essere capace di colpire una “massa” di numerosi nemici all’attacco, veicoli non blindati, ecc. Ne sanno qualcosa i Sud Coreani che decenni fa preferirono erroneamente il 5,56 NATO al posto del 7,62 NATO per la difesa del confine nord… Ma gli fecero una offerta economica molto vantaggiosa. Balisticamente il 7,62 NATO con munizionamento idoneo e arma sniper è preciso ed efficace fino ai 900/1000 metri. Faccio notare l’esperienza secolare degli svizzeri nel difendere le le proprie fontiere di montagna.
Già in India vengono attualmente assemblati Ak-203 sovietici in calibro 7,62×39 per circa 35.000 esemplari, ma per le guerre di montagna e di frontiera occorreva una munizione più prestazionale.
Già gli Stati Uniti stanno passando al 6.8 mm sempre con Sig ma è una munizione più costosa e stressante sebbene più prestazionale. Ne ho già parlato diffusamente in precedenti articoli e tornerò a presto a farlo con interessanti aggiornamenti.
L’India tra tutte le sue forze armate dispone di circa 12 milioni di persone, ovviamente non tutte direttamente combattenti, comunque un numero elevatissimo, quindi pare che la scelta sia di un grande numero di fucili d’assalto per tiri entro i 300 metri con gli “assault rifle” AK 203 (che arriveranno presto a circa 670.000 esemplari tra assemblati e prodotti in loco) e per distanze superiori dei Sig 716 che è di fatto un “battle rifle” con la precisione che “dovrebbe” essere di un DMR (designated marksman rifle), cioè dotato della precisione adatta a fucilieri scelti (marksman) ossia in forza e in appoggio alla fanteria con compiti a volte sovrapponibili agli sniper anche se con una canna da soli 16″ 40 cm non ci si possono aspettare miracoli balistici sul tiro utile.
Stando alle autorità Indiane la scelta dei Sig è dovuta alla loro affidabilità, durabilità, precisione, modularità dei componenti, montare facilmente accessori di ogni genere grazie anche al sistema M-lock e Picatinny e ovviamente alla ergonomia.
L’India ha avuto ed ha una miriade di armi d’ordinanza da molteplici fornitori tra cui anche l’Italia, senza disdegnare ovviamente gli USA, Israele, Germania, ecc ma anche la Russia…
La cosa che sembra più strana è la scelta dei calibri, cioè una via di mezzo tra blocco occidentale e orientale, ma di fatto rispecchia la situazione indiana con alleanze occidentali ed essere contemporaneamente membro dei Brics. In pratica il 5.56 NATO è stato tagliato fuori dalle grandi dotazioni di massa come il 5,45×39 russo facendo tornare in auge il più vecchio, meno perforante ma più potente 7,62×39 abbandonato proprio dai russi e dal Patto di Varsavia nel 1974. Ovviamente le ff.aa. indiane lo useranno anche contro problemi interni… e ne hanno molti, ove i nemici non essendo militari in genere non hanno protezioni balistiche anti 7,62×39. Stando all’esempio militare indiano il 5,56×45 sarà in dotazione facoltativa solo a reparti speciali.