Una sola pistola per le GPG

Le pistole di scorta sono vietate da anni anche alle guardie giurate.

Un decreto del 2010 stabilisce inequivocabilmente che le guardie giurate possono portare in servizio una sola arma.


Di Biagio De Santis (istruttore di tiro e armiolo)

A seguito di diversi quesiti ricevuti pubblico questo articolo.

DECRETO 1 dicembre 2010, n. 269 – Regolamento Istituti di vigilanza (guardie giurate)

Allegato D

Sezione II^ 2. ADEMPIMENTI PARTICOLARI RELATIVI AI SERVIZI

2.b: Dotazioni ed equipaggiamenti delle guardie giurate

In pratica hanno impossibilitato il porto di una seconda arma ma anche di una terza, essendo in precedenza tre il numero massimo consentito per il porto durante il servizio, cioè armi corte comuni da sparo (a fuoco). Di fatto la legge non indicava limitazioni e quello che non è vietato è consentito. Pare, ripeto “pare” che la decisione sia stata presa a seguito della diffusione di strutture scatolate come il Roni, il K-Pos et similia in grado di trasformare almeno in apparenza una pistola semiautomatica in una piccola carabina semiautomatica moderna, che i non esperti tra cui anche molti criminali scambiavano per “mitragliette”. Circa 10 anni fa questi sistemi furono inserite sul mercato, alcune GPG soprattutto in servizi ad alto rischio cominciarono a portare sia queste “pistole/carabina”, ma spesso anche un’altra pistola al fianco in fondina perché l’affidabilità delle pistole con questi sistemi tende a diminuire un po’. Quindi continuavano a portare una pistola in fondina al cinturone ma come arma secondaria (di scorta), come pistola primaria una inserita nel suddetto scatolato portata con cinghia di trasporto, in genere della stessa tipologia, possibilmente con caricatori compatibili tra loro, ad esempio Glock 17 nel Roni e Glock 19 in fondina, comunque erano una piccolissima percentuale di GPG e in servizi solitamente ad alto rischio.

Le pistole accessoriate con calcioli aggiuntivi e altro non erano ben viste da alcuni, comunque ancora tollerate.
Sembra che la decisione di limitare a una le armi portabili in servizio sia legata alla diffusione dei kit che trasformano la pistola in un’arma “lunga” perchè li renderebbero esteticamente troppo simili (per occhi non esperti) a delle mitragliette.

La commissione tecnica consultiva delle armi in almeno due occasioni precedenti si era espressa positivamente su calci e calcioli applicati alle armi corte non giudicandoli come sistemi che non ne aumentassero di molto le potenzialità offensive al punto di farle considerare armamento da guerra, cioè vietato ai civili. Del resto pistole con calciolo e conversioni in carabina esistevano da secoli anche per armi ad avancarica ed è evidente che anche questi scatolati, come i loro predecessori non avessero MAI fatto vincere alcuna guerra…

Però pare che a qualcuno che comanda desse fastidio che delle guardie giurate potessero disporre anche se solo in apparenza di un armamento che intimidisse una piccola parte della popolazione che non sopporta la vista delle armi. Del resto a certa gente dà anche fastidio che le stesse forze di polizia vadano armate in pubblico, ancora peggio se con mitra e fucili d’assalto… E NON sopportano nemmeno la sola vista delle pistole nelle fondine! Se potessero farebbero disarmare tutte le forze di polizia!

Ovviamente di questo i criminali ringraziano!

Mentre la maggioranza dei cittadini che si sentono più sicuri vedendo le forze di polizia e guardie private armate in maniera adeguata nessuno al quanto pare ne tiene conto! Chiunque abbia un minimo di cultura nel settore sicurezza sa che la criminalità soprattutto se organizzata è meglio armata rispetto alle comuni forze di polizia presenti sul territorio.

Ma per logica e regolamenti non si potevano vietare questi sistemi, quindi decisero che fosse meglio ridurre ad una le armi corte da poter portare in servizio.

Purtroppo nello stesso periodo stava anche aumentando il numero delle GPG derubate delle proprie armi, fenomeno questo con alti e bassi periodici. Per questo sempre più GPG portavano una seconda o una terza pistola o rivoltella come back up, cioè come arma di riserva da utilizzare non solo in caso di inceppamento dell’arma principale ma anche per riprendersela in caso di rapina della stessa!

Ovviamente anche di questo i criminali ringraziano!

Ma dobbiamo anche considerare che in alcuni servizi particolari ad alto rischio come la scorta valori con mezzi blindati solo ad alcune GPG venivano autorizzate al porto di fucili, tra l’altro a canna liscia e con l’obbligo di uso solo di munizionamento a palla unica (da caccia al cinghiale). Solitamente a soli 5 colpi, in genere scelti tra i modelli a pompa.

Abbastanza ingombranti, dotati quasi sempre di caricatori tubolari da soli 5 colpi, oltremodo lenti da ricaricare salvo particolare addestramento e accessori.

Estremamente rumorosi da usare in ambienti ristretti come i furgoni e auto blindate al punto da poter causare sordità temporanea o permanente alle GPG nel veicolo.

Con caricamento a palla poi si va a vanificare la vera utilità d’uso dei fucili a canna liscia, cioè dell’impiego di munizionamento spezzato a pallettoni che grazie alla larga rosata compensa in buona parte la poca precisione dell’utilizzatore.

Insomma tutto ciò va a scoraggiarne l’adozione che l’uso, anche se ad impiego fuori dai veicoli dimostrano comunque la loro utilità.

Però la povera GPG che si dovesse trovare in un conflitto a fuoco contro criminali ovviamente sempre meglio armati, addestrati e con maggiori quantità di munizioni di loro, poter disporre di una altra arma oltre alla “unica pistola” consentitagli di portare in servizio è di certo una maggior sicurezza.

Cosa che però prima era a portata di tutte le GPG che potevano portarsi al seguito in servizio una seconda arma, oggi invece è cosa riservata solo ad una ristrettissima quantità di operatori ad alto rischio ma solo con fucili a canna liscia.

Inoltre da alcuni tra quelli che comandano, sono anche mal visti i civili, quindi anche tutte le guardie giurate che dispongono di una qualunque migliore dotazione rispetto alle forze di polizia. Ma al posto di dotare queste ultime di armi, mezzi, strumenti o comunque dotazioni migliori o almeno aggiornarle ai tempi, cosa possibile spesso a basso costo o consentire alle forze di polizia di potersene dotare a proprie spese, invece vietano tutto!

Ovviamente di tutto questo i criminali comuni che la criminalità organizzata ringraziano!

Sembra che alle autorità i civili armati meglio delle forze dell’ordine ispirino diffidenza.

Gli effetti dissuasivi e deterrenti al crimine delle armi lunghe o apparentemente tali è ben noto da tutte le forze di polizia che dai criminali.

Nb. Gli scatolati come K-Pos, Roni, et similia facilitano l’utilizzo di calcioli, impugnature anteriori, torce tattiche, il montaggio di ottiche di mira, accessori vari, ecc.

Grazie all’uso di cinghie tattiche queste armi possono essere pronte all’uso più velocemente rispetto alle pistole nelle fondine.

Comunque grazie alla scarsa competenza della maggioranza degli istruttori di tiro sia di formazione civile che militare i risultati al tiro non migliorano di molto rispetto alle armi corte in assetto standard. Questo accade anche con le carabinette in dotazione alle polizie locali. In pratica è come prendere lezione di guida sportiva di auto da un istruttore di motocross… Questo perchè esistono sostanziali differenze tecniche tra armi lunghe e corte e non ci si può improvvisare istruttori in entrambe le categorie.

C’è anche chi dice che un addestramento migliore non serve, ma evidentemente non ha mai dovuto istruire a difendere la vita ad una GPG sopravvissuta al tiro di cecchinaggio (da un tetto ad oltre 100 m etri di distanza) durante un assalto a furgone porta valori! A me, è accaduto e ascoltare e analizzare il racconto di chi ha visto morire due suoi colleghi senza poter far null’altro che nascondersi è stato straziante!

Può anche capitare che la GPG sia fatta segno di colpi sparati a lunga distanza.

La pistola di scorta (back up), è sempre stata considerata in Italia dalla maggioranza dei gradi alti delle forze di polizia come la pistola da usare per uso illecito. Cioè quella da mettere in mano a persone disarmate uccise per sbaglio et similia, come si vede in alcuni film americani di 20-30 anni fa. Ma questo non può accadere quando l’arma portata è legalmente denunciata e registrata, indicando marca, modello, calibro e numero di matricola, cioè come accade normalmente da sempre! A meno che uno non voglia auto denunciarsi, visto che in casi anche solo vagamente sospetti è risaputo che la magistratura che gli investigatori effettuano controlli di tutte le armi detenute da chi è coinvolto in una sparatoria.

Non sta scritto da nessuna parte che l’arma di scorta debba essere per forza meno potente di quella principale. Potrebbe anche essere vero il contrario.

Inoltre la pistola di riserva potrebbe anche essere di maggiori dimensioni e potenza della principale, andando a supplire appunto, anche se solo in parte una carabinetta semiautomatica, questo per tiro utile, cadenza di tiro e potenza di penetrazione, come ad esempio in caso di conflitto a fuoco contro criminali dotati di armi con maggiore potenza e raggio d’azione cioè fucili a canna liscia che fucili d’assalto, mitragliette, ecc.

Comunque la lista di utilità di armi di riserva sono praticamente infinite, ma sconosciute solo ad incompetenti. Ad esempio negli USA in moltissimi dipartimenti di polizia la pistola di riserva è d’obbligo, così come allenarcisi. Anzi non portarla porta a sanzioni disciplinari. Inoltre la dotazione di una pistola di back up (di dimensioni ridotte), di portarla come unica arma al posto della principale, quindi consente al personale sia di polizia che privato di poter fare servizio in abiti borghesi. Perché portare una grossa pistola significa per gli agenti essere riconoscibili, quindi rendere vano il proprio lavoro e divenire rapidamente bersaglio preferenziale dei criminali, per questo motivo molti preferiscono essere disarmati in servizio con abiti borghesi.

Il caso del carabiniere Cerciello Rega ne è un valido esempio. La vita di un carabiniere non può valere meno di una piccola pistola da 500 €uro… Arma che potendo, magari avrebbe anche comprato a proprie spese.

La vita di un operatore della sicurezza vale più del costo di una pistola di scorta

Nb. Le GPG possono cambiare arma da portare in servizio tramite apposita comunicazione scegliendola tra le altre due comuni eventualmente in suo possesso, ma questo necessita di apposita comunicazione scritta alla propria Prefettura.

Certo che senza una buona e apposita formazione portare due o tre pistole al posto di una non si riduce il crimine ma si aumentano i problemi di maneggio armi in sicurezza.

Ma da istruttore devo anche ammettere che se ad esempio delle GPG scorta valori in consegna e/o prelievo fanno praticamente irruzione in un ufficio postale con pistole scatolate o fucili  spianati in mezzo alla gente. E’ normale che avvengano segnalazioni alle autorità che poi fanno rapporto alle prefetture di competenza. Come dargli torto? Se poi queste GPG maneggiano le armi in maniera anche solo dubbia sulla sicurezza contro spari accidentali e/o involontari va da se che avvenga la revoca alle licenze di porto di fucile. La colpa è di chi li ha addestrati? Forse. La colpa è di chi li ha selezionati? Forse. La colpa è della poca esperienza? Può darsi… Magari un istituto di vigilanza ha anche assunto ex reduci militari, ma non è che si può maneggiare armi come quando erano in missione a Mogadiscio (Somalia) mentre attraversavano un mercato affollato o facevano scorte con la mitragliera su un carro Lince in Afganistan… o a piedi inseguimenti di latitanti nei quartieri più pericolosi di Napoli…

Sebbene sia il primo a difendere il diritto al porto delle armi adeguate, si deve anche capire che la popolazione italiana, in maggioranza, non è più abituata a certe scene o immagini e che anche se si porta una divisa non può capire da li il livello capacità in sicurezza di maneggio delle armi, anche se quasi tutti credono che chiunque indossi una divisa sia più che idoneo. Pertanto sebbene sia principalmente una questione psicologica di alcune persone, sono proprio queste, cioè una minoranza rumorosa a fare tali segnalazioni. Quindi bisogna tenerne conto. Che poi queste pecchino di ignoranza e/o abbiano problemi psicologici, sociologici, psichiatrici, ideologie politico/etnico/religiose è un altro discorso, di cui però le istituzioni dovrebbero tener conto perché non si può favorire il crimine a causa di segnalazioni fatte da tali inaffidabili segnalatori.

Però c’è anche da dire che la formazione ricevuta in piccole strutture al chiuso e da postazione fissa, non sono idonee alla formazione adeguata di personale che deve agire in movimento e con apposite tattiche operative difensive… Quindi occorre una formazione extra, da svolgere almeno in strutture addestrative adeguate in modo tale da consentire l’applicazione di tattiche difensive idonee ma senza dare troppo nell’occhio. Poi col tempo la popolazione si abitua come in passato, come accade anche in altre nazioni, cioè da sempre visto che le armi sono state la prima invenzione dell’uomo.

2 thoughts on “Una sola pistola per le GPG”

  1. Dico solo questo grazie alle leggi che abbiamo
    In questo paese e più facile che un delinquente abbia ragione che uno che porta una divisa facendo il proprio dovere.
    Basta vedere molti fatti analoghi
    Successi in passato

  2. La solita Italia dove la gente il più delle volte sono ignoranti come lavandini nella questione armi sicurezza etc. Però criticano oppure fanno leggi non conoscendo nulla di questo tipo di mondo…

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